Montanari Family

Montanari Family
Robby, Manu, Tata, Pissi, Pepe, Oscar, Giorgio

martedì 5 dicembre 2023

Pensiero di fine 2023

Piccola autoriflessione ad uso e consumo presumibilmente solo mio, visto che dubito che ci sia ancora qualcuno che legge i blog generici come il mio, fatti di riflessioni e pensieri sparsi. Dunque dicevo, piccola autoriflessione: ma cosa siamo diventati? Oggi è stata invero una giornata un po' storta ... un po' molto storta lo ammetto, ma è proprio al termine di queste giornate che io mi sento letteralmente sopraffatta dall'egoismo, dalla cattiveria gratuita, dalle trappole che il prossimo piazza sul nostro cammino, così ... per cattiveria. Non so voi ma io sono infinitamente stanca di avere a che fare con persone maleducate, che ti trattano come una pezza da piedi mentre tu stai solo cercado un'informazione, una spiegazione... Sono stanca di gente che rivanga fatti vecchi e stupidi per attaccarsi a due lire (che li spendeste in medicine almeno). Sono stanca degli sguardi scocciati, nervosi, degli insulti... Sono stanca di entrare in un negozio e non ricevere un sorriso, un buongiorno, ma uno sguardo sfavato di chi ti darebbe fuoco piuttosto che aiutarti. Sono stanca della rabbia. Ma perchè siamo tutti rabbiosi e frustrati e scarichiamo il tutto sul primo che capita, poraccio... Scusate ma io è un mondo che non riconosco più. Vecchiaia forse, lo ammetto. O forse non è solo quello. Ho poca esperienza dell'estero, ma l'Italia sta diventando un paese dove si vive male, ma proprio a livello sociale; c'è molta maleducazione, molto egoismo, molto io penso per me e gli altri che si arrangino. C'è una generazione sbagliata. E badate non sto parlando dei giovani che invece si danno molto da fare ed hanno la mente aperta e profonda coscienza di tante cose. Parlo di una generazione di mezzo che sborda nella mia e abbraccia quella seguente che è stata allevata col valore dei soldi, del successo sociale e del tutto mi è dovuto ma io non devo niente a nessuno. Dio che squallore... Dio come sono stanca...

sabato 15 aprile 2023

Oxen. Gli uomini oscuri, Jens Henrik Jensen

 Salve a tutti/e! Oggi secondo libro della serie Oxen, dello scrittore danese Jens H. Jensen.

Proseguono le disavventure del pluridecorato veterano delle forze speciali danesi, in fuga, dal volume precedente, dai misteriosi componenti della Danehof, evoluzione moderna e corretta dell'antico parlamento medievale.

Dopo il caso dei cani impiccati, Oxen fugge con la sua "polizza d'assicurazione sulla vita" al sicuro in un server in Thailandia; il suo peregrinare lo porta a rifugiarsi, sotto falso nome, in un allevamento di trote nello Jutland. Ma la lunga mano della Danehof riesce a stanarlo e ad incolparlo di un omicidio; così riparte la caccia all'uomo. Dalla sua parte solo Margrethe Frank, l'agente dei servizi segreti per cui Oxen comincia a nutrire sentimenti che valicano la semplice amicizia. Il problema è di chi fidarsi? Di nessuno perché gli uomini oscuri sono ovunque, controllano tutto e quella di Oxen diventa una lotta per la vita.

Molto bella questa seconda puntata, a mio parere meglio anche della prima, il ritmo è più serrato e la storia si fa sempre più intricata e con azzeccati colpi di scena. Il finale è apertissimo, questo è un tipico libro di transizione all'interno di una serie, ti lascia col fiato sospeso e il desiderio di saperne di più. Male perché questo ottimo scrittore è tradotto in italiano alla velocità dei bradipi, quindi chissà quanto dovrò aspettare per conoscere il seguito 😩.

Consigliato.

Jens H. Jensen

GIUDIZIO PERSONALE 4/5

martedì 21 marzo 2023

Luce della notte, Ilaria Tuti

 Se leggerete questo romanzo avrete fin da subito l'impressione che ci sia qualcosa di diverso rispetto ai due precedenti. C'è come un faro speciale puntato sulla piccola protagonista, Chiara, creatura quasi soprannaturale, delicata e speciale. Solo alla fine della lettura, nelle note dell'autrice e nella dedica finale, scopriremo che l'impressione era giusta: questo non è solo un romanzo, è un canto di dolore dove la scrittura assurge ad un compito terapeutico.

Cronologicamente la storia si svolge tre mesi dopo i fatti di Fiori sopra l'inferno e, nel complesso, si può dire che i bambini sono protagonisti in modo più o meno esplicito. C'è Chiara, c'è un misterioso bambino forse scomparso, c'è Andreas, l'assassino di Travenì, che un bambino lo è rimasto per sempre, c'è il figlio mai nato di Teresa, ci sono il padre ed il figlio del romanzo La strada di Cormac McCarthy, c'è il Piccolo Principe con la sua volpe. E' un romanzo sui bambini, nati perfetti, e sulle sofferenze che vengono loro inflitte da questo nostro mondo di mostri. Mostri non sono solo assassini, rapitori e sfruttatori, mostri siamo noi tutti quando non accettiamo il diverso, lo straniero, quando lo dileggiamo con crudeltà o chiudiamo gli occhi davanti ai soprusi di cui è vittima.

Ho letto molte recensioni poco positive su questo libro. Non sono d'accordo. Credo che sia un libro che va capito e che sia nato senza la velleità di essere un giallo. E' un libro che è nato da un'urgenza, da un bisogno: dare una voce a chi soffre. Il lieto fine non credo sia un caso; spesso nella vita vera il lieto fine non esiste. A me è piaciuto tanto. Consigliato.

Ilaria Tuti


GIUDIZIO PERSONALE: 4,5/5

martedì 14 marzo 2023

Noi due oltre le nuvole, Massimo Cacciapuoti

 La storia narrata in questo breve romanzo è straziante; due giovani vite, Nica e Sandro, l'uno attanagliato dal dolore fisico, l'altra tarpata dal disagio psicologico. Il punto di vista narrativo è quello di Nica, l'unico personaggio di cui abbiamo un quadro, sebbene limitato dall'opinione che lei ha di se stessa. Gli altri personaggi, Sandro e i genitori, in realtà sono solo sbozzati e, sinceramente, lo trovo un peccato, soprattutto per Sandro. Rimane una figura si sfondo, quasi onirica, come se fosse stato solo un breve sogno nella vita di Nica, non sappiamo molto di lui. 

Questo romanzo, di cui non ho amato lo stile narrativo, si presenta come un'istantanea di un periodo (pochi mesi) della vita di Nica. Sappiamo qualcosa del prima, attraverso il suo racconto, ma non sappiamo quasi nulla del dopo, siamo costretti ad immaginarlo. 

Dicevo che lo stile narrativo, forse, vuole simulare il flusso di pensieri della protagonista, che racconta in prima persona. Il risultato è però poco coinvolgente, a dispetto della tematica affrontata e a dispetto delle singole scene raccontate. Solo sul finale c'è del phatos, ma è talmente veloce che comunque lascia poco lo stesso.

Ribadisco che la storia è molto toccante ed anzi lo scrittore stesso scrive che per lui è stato molto difficile affrontarla, ma di tutte queste emozioni dalla carta trasuda molto poco. Nel complesso è un libro che si può leggere, ma non mi ha entusiasmata.

Massimo Cacciapuoti


GIUDIZIO PERSONALE: 3,5/5

lunedì 6 marzo 2023

Mussolini il capobanda - Aldo Cazzullo

 Per motivi ignoti persino a me stessa continuo a dare seconde occasioni ad Aldo Cazzullo, di cui ho già scritto qui.

 Sia chiaro, questo libro è lodabilissimo, il tema non si mette in discussione: oggi, forse più che mai, è necessario parlare in modo chiaro del fascismo badando a smantellarlo di quell'aura di fascino ed epurandolo dalle leggende metropolitane che, da quasi un secolo, lo seguono.

Semplicemente la scrittura di Cazzullo ed il mio gusto non riescono ad incontrarsi. Ma lo so, quindi non mi aspetto più di essere stupita. In realtà continuo a finire per leggerlo perché parla spesso di argomenti che mi interessano, come in questo caso.

L'analisi del fenomeno fascismo è affrontata, secondo me, in modo molto lucido, puntando appunto a cercare di fare chiarezza su quelle piccole grandi certezze che aleggiano in casa di tutti e smantellandole una ad una. Quindi, oltre ad apprendere che il fascismo si è affermato facendo leva sulla violenza e intimidazione, tappando la bocca all'opposizione a suon di manganellate, apprendiamo che no, il duce non ha bonificato le zone paludose e malariche d'Italia, anzi ha rallentato questo processo, iniziato dal governo precedente e conclusosi solo dopo la guerra. Che no, il fascismo non ha fatto tanto per le donne: tutt'altro! Le donne erano considerate come fattrici e dovevano stare a casa, sono state escluse dall'insegnamento e dal pubblico impiego (con apposita legge) e si chiariva che non dovevano nemmeno lavorare in fabbrica,  cosa che poi non è successa solo ed esclusivamente perché è scoppiata la guerra e quindi, essendo gli uomini al fronte, non rimaneva che utilizzare le donne come operaie.

A livello economico e politico era, e sono soft, un incompetente pervaso da folli idee di grandezza, impero, supremazia della razza italica di cui, fra l'altro, aveva una pessima opinione sostenendo che l'italiano era debole e sentimentale ed andava sferzato col nerbo per renderlo forte e degno come l'antico romano. Motivo per cui mandiamolo in guerra in condizioni allucinanti, mal equipaggiato e mal vestito, così che si irrobustisca e muoia, cavolo, se necessario muoia per la gloria dell'Italia e del Duce. In definitiva il ventennio non è altro che una lunga corsa verso la guerra, che Mussolini desiderava più di ogni altra cosa, tanto da dichiararla così, a caso, perché ormai era ora e schierandosi chiaramente dalla parte sbagliata della Storia.

Direte, certo, tutte cose che si sanno... Davvero? Lo sapete quindi che, in realtà, sul fascismo è stata messa in atto una campagna di rimozione impressionante? Cosa ne sanno i nostri giovani del fascismo? Tutti sappiamo che a scuola se ne parla certamente poco e forse anche male. Davvero, cosa ne sanno, se poi io devo sentir dire a mio nipote (con nonno partigiano ed internato a Mauthausen) che "ci vorrebbe un po' di Duce" per raddrizzare tutti?

Che evidentemente questo ragazzo (primo della classe ed intelligentissimo) non sa che il fascismo premiava i violenti, reclutava spesso i mezzi delinquenti, e tappava la bocca a chi esprimeva un pensiero diverso da quello fascista. Che ai tempi di Benito si finiva al confino per una chiacchiera da bar, detta magari dopo due bicchieri di troppo!

Tutto ciò per dire che, sì, non amo lo stile di Cazzullo, ma questo è un libro dritto e necessario. Compratelo, leggetelo, pensate con la vostra testa e fate due conti. Poi datelo ai vostri figli, ai vostri nipoti e ditegli che la verità, epurata da ideologie, è che quella è stata una delle pagine più buie ed anche più vergognose e svilenti della nostra Storia. Mai dimenticare, perché chi dimentica ripete l'errore.

Aldo Cazzullo


GIUDIZIO PERSONALE : 3,5/5